Il martirio dei Greco Uniti
il 17 Gennaio 1874
La
storia della parrocchia Drelów risale alla II metà del XV secolo. La prima
chiesa fu costruita grazie a Zofia Danilowiczowa, che era la proprietaria
di Drelow di questa epoca. Con la costruzione della chiesa si creò la
parrocchia Uniate (greco- cattolica) di cerimonia orientale.
La chiesa Uniate si formò sotto l’effetto dell’Unione
formata a Briest in riva Bug (Europa Centrale) nel 1596. In questa epoca i
credenti ortodossi che abitavano all’est della Polonia, manifesterano la
loro volontà di unirsi alla chiesa cattolica romana e ammettendo il papa
come capo della chiesa. Nello stesso tempo gli Uniati conservarono la loro
organizzazione, la loro liturgia e la loro cerimonia in slavo.
Alla fine del XVIII, come risultato della separazione, la
repubblica do Polonia cessò di essistere. Le terre di Podlasie si
ritrovarono sotto il costrizzione russo. Gli Zar decisero di far passare
gli Uniati sotto la dipendenza della chiesa ortodossa di cui essi furono
realmente i superiori.
Verso la metà del XIX secolo le persecuzioni iniziarono,
si obbligò gli Uniati a convertirsi alla religione ortodossa. Si imposero
loro delle interdizioni alle parrocchie fondate sulla eliminazione
progresiva delle abitudini latine della cerimonia Uniate. Quando ciò non
bastò, l’onda delle persecuzioni iniziò. Le parrocchie Uniate, che non si
sottomisero alle disposizioni furono punite con la confisca dei loro
animali, con forti ammende e si punì anche con la frusta. La resistenza
degli Uniati fu molto grande. Nel 1873 l’amministratore della diocesi di
Chelm, l’abbate Marceli Popiel (chiamato al suo posto dallo Zar contro la
capitale apostolica) pubblicò un decreto che ordinò al 1 gennaio 1874 lo
scioglimento assoluto dell’unione. I curati che non avrebbero obbedito
sarebbero obbligati a fuggire o sarebbero imprigionati. Nel gennaio 1874
il curato della parrocchia di Drelów annunciò alla chiesa ortodossa che
egli non aveva la scelta e che doveva seguire gli ordini del potere
Zarista. Quando iniziò a celebrare la nuova cerimonia i parrocchiani
prodessero degli applausi e destituirono il curato della parrocchia
ritirandogli le chiavi del luogo del culto. Il potere russo apprese
velocemente la notizia e nell’attesa della reazione, le parrocchiani si
riunirono davanti alla chiesa.
Il
17 gennaio 1874 l’armata sotto la direzione del luogotenente colonnello
Bek arrivò alla testa di due unità di fanteria e un centinaio di cosacchi.
Essi circondarono le persone riunite davanti alla chiesa e bloccarono
tutte le strade che conducevano a Drelów. Il luogotenente colonnello Bek
le riunì e le obbliò di rendere le chiavi e di disperdersi. I parrocchiani
gli risposero: - Noi siamo venuti qui in pace per pregare presso la nostra
chiesa e non abbiamo commesso nessun sacrilegio in questo luogo sacro, noi
non renderemo le chiavi nì partiremo da questo luogo.
In risposta, secondo la testimonianza di uno dei
partecipanti, il luogotenente colonello Bek ordinò di legare le persone.
Ad un tratto nella folla qualcuno suonò la campana e immediatamente tutti
i parrocchiani uscirono davanti alla chiesa, dimostrando la loro volontà
di difenderla. L’armata entrò dal terreno accanto alla chiesa, legarono le
persone e le trascinarono fuori dal cimitero. I soldati iniziarono a
batterli a colpi di baionetta e di verghe. Dopo la confusione i soldati
presero posizione davanti alle porte del cimitero. Essi si consultarono,
una sorgente sicura raconta (il prete Telekowski comunicara con Roma) che
il luogotenete colonnello Bek con l’intromissione dei suoi superiori
comunicò gli avvenimenti di Drelów a S. Pietroburgo. La risposta che gli
ricevette obalordì: - Pierebit wsiech (uccidere tutti). Sull’ordine del
luogotenente colonnello Bek, l’armata aprì il fuoco sul popolo che era in
ginocchio, il pelto nudo, cantando: “Chi si rimetterà nella cura del
Signore...” et “Santo Dio”. Uno dei partecipanti ritenne che, Jan Romaniuk
di Przechodzisko, accasciato a destra dell’entrata, sotto il campanila,
cadde raggiunto da una palla nella testa. Théodore Ołtuszyk chiamato
Chwedor Bocian cadde davanti alle porte della chiesa toccato in pieno
petto. Tra il campanile e la chiesa fu ferito André Charytoniuk. Tra gli
uccisi si trovarono anche il leader della cospirazione uniate Semen Pawluk.
Dopo i colpi di fuoco, i soldati entrarono nel cimitero e cominciarono a
colpire i parrocchiani a colpi di bastone ferrato dei loro fucili.
L’armata accircondo un ostacolo eremtico e fermò i parrocchiani che
restavano senza permettere loro di rientrare a casa loro. Li si fermarono
in questa notte glaciale fino al 18 gennaio a mezzogiorno.
Gli assediati pregavano, il preposto voleva forzare gli
abitanti a giurare fedeltà alla chiesa ortodossa. Quando essi rifiutarono,
egli li fece battere a colpo di bastone di fucile e di verghe. I bambini
riceverano da 10 a 25 colpi, le femmine 100 e gli uomini 200 colpi.
Prenendo
conoscenza di tutte le sorgenti che sono conosciuti, si sanno che i
risultati della battaglia contro i Russi e al seguito dei copli di fuoco
in direzione dei difensori della chesa di Drelów perirono 13 persone:
Semen Pawluk, Wincenty Bazyluk, Teodor Bocian, Andrzej Charytoniuk,
Trochim Charytoniuk, Jan Kościuczyk, Teodor Kościuczyk, Paweł Kozak,
Andrzej Kubik, Jan Kubik, Jan Łuciuk, Jan Romaniuk, Onufry Tomaszuk.
Bisogna aggiungere a questi 13 morti almeno 9 persone che
furono ferite mortalmente di cui si conoscono i nomi e circa 200 ferite.
La settimana seguente gli avvenimenti simili ebbero luogo
nella parrocchia del Pratulin. Dopo questi avvenimenti gli Uniati furono
obbligati di nascondersi. Essi non poterono praticare la loro cerimonia
per 30 anni. Negli anni 30 del XX secolo il processo di beatificazione dei
martiri di Drelów e di Pratulin cominciò, ma fu interrotto dalla II Guerra
Mondiale. Il processo fu ripreso nel 1989. Come lo si ignora il luogo di
sepoltura degli Uniati di Drelów i partecipanti al processo di
beatificazione si raccolsero sui luoghi di sepoltura dei martiri di
Pratulin. Furono beatificati dal papa Givanni Paolo II il 6 ottobre 1996.
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